Blade Runner

 

Blade Runner e filosofia

Il film appartiene al gruppo delle distopie, ovvero delle utopie (=illusioni) negative.

Esse sono capaci di leggere il nostro presente, nonché i segnali di un avanzamento, di un futuro brillante, di un mondo divino ma allo stesso tempo anche quelli di un disastro imminente.

Blade Runner, che ha un carattere distopico, diventa conosciuto per il rarissimo rapporto che ha con il tempo. Quest’ultimo non è il tempo lineare a cui siamo abituati noi. Nel film, vi è rappresentato un futuro che si colloca in un tempo senza direzioni, in cui passato, presente e futuro sono “appiattiti”. L’opera è dunque un film di fantascienza, che vuole dare diversi principi del tempo, una sorta di fine del tempo. Questo lo si evince nella fotografia e nella scenografia in cui si mescolano elementi di un futuro tecnologicamente avanzato con elementi di un passato polveroso (le ventole ovunque, i fumi, la nebbia…). Passato presente e futuro sono combinate, completamente inchiodate in un’attualità calante che sovrasta e opprime.


L’essere umano definisce se stesso attraverso le differenze che identifica negli altri, sia fisiche che psicologicheBlade Runner ci ricorda questo in maniera molto esplicita quando fa citare a Prissuna dei replicanti in fugala frase di Cartesio «Io penso dunque sono», in risposta a un’infelice richiesta di un altro personaggio umano di «fargli vedere cosa può fare» come se fosse un qualsiasi apparecchio tecnologico sofisticato ma privo di vita.


La questione centrale in Blade Runner risulta comunque essere la seguente: Che cosa significa essere umano?; un problema, questo, affrontato all’interno del mondo filosofico.

Aristotele all’interno della politica definiva l’uomo “un animale razionale e sociale”: il filosofo, infatti, specifica che l’uomo è l’unico animale ad essere dotato di “anima intellettiva”, che comprende anche le facoltà proprie delle anime appartenenti ai livelli inferiori, “vegetativa” e “sensitiva”. L’uomo è quindi l’unico animale ad essere dotato di razionalità. Tornando alla Politica, Aristotele afferma invece che l’uomo è portato per sua natura stessa a riunirsi con i suoi simili nella città; solo le bestie infatti, possono vivere isolate da tutto e tutti.

In Blade Runner i replicanti, proprio come nella concezione aristotelica, si riuniscono in gruppi e sono allo stesso modo dotati di razionalità, almeno quanto i loro costruttori; il problema sopraggiunge quando si pensa al fatto che essi non sono umani, bensì prodotti artificiali della razionalità umana. Si delinea quindi un paradosso: come è possibile che qualcosa di artificiale sia effettivamente vivo, ma soprattutto che pensi come un essere umano? Sembra quasi che si vada completamente a smentire, sotto questo punto di vista, la visione aristotelica.

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